Nani alla corte di Torino

I nani furono una presenza costante nelle corti europee del Cinquecento e d’inizio Seicento, ben al di là della semplice funzione di abbellimento.

Galleria Sabauda: Carlo Emanuele I e il nano Fabio

Questi piccoli uomini occuparono spesso un posto di prestigio accanto ai signori dell’epoca, come attesta il dipinto dell’Argenta, nella collezione dei Musei Reali di Torino. Nel ritratto, il giovane duca Carlo Emanuele I è in compagnia del nano Fabio, su cui appoggia spensierato la propria mano. Più profonda è invece l’espressione del paggio il cui sguardo intercetta quello dell’osservatore per, come suggerisce Fulvio Cervini, docente di Storia dell’Arte Medievale (Università di Firenze), svelare una dimensione altra.

Un altro nano di nome Tiene è ricordato a corte. Al servizio della Madama reale Maria Cristina, fu sospettato d’essere una spia al servizio della Francia. Morì nello spedale de’ cavalieri e fu sepolto il 26 novembre 1622 nella cripta di San Paolo (Basilica di San Maurizio).

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